Eroi per caso o per necessità
4/15/2009 05:33:00 PM Posted In Attualità Edit This 0 Comments »
La distruzione si è fermata alle 3.32 del mattino del 6 aprile. L’Aquila è piegata, l’Abruzzo è collassato, scosso dalla furia della natura. L'angoscia aumenta. Poi un poco di coraggio, un giro attorno al quartiere e si cominciano a scoprire storie ancora più tristi, fatte di bambini la cui vita si è interrotta sotto alle macerie. Di amici, colleghi, segnati molto più profondamente di noi. E, per assurdo, ci si deve sentire sollevati. Ci sono storie che ti fanno sorridere e piangere dalla gioia, dimenticando per un attimo il dolore e l’amarezza per chi non ce l’ha fatta o per chi nel crollo ha perso una casa, un genitore o un figlio. Storie di eroi per caso o per necessità, storie di sopravvissuti baciati dalla fortuna.
Come i giovani studenti universitari Marta, Matteo, Francesca. Sono solo alcuni nomi dei ragazzi che hanno resistito per ore ed ore sotto le macerie prima di essere portati in salvo dai soccorritori. Marta Valente, studentessa 24enne della provincia di Teramo, è stata l’ultima in ordine di tempo ad essere salvata tra gli applausi liberatori della gente. Ha resistito oltre 23 ore bloccata da travi di cemento e calcinacci del palazzo di quattro piani che le è crollato addosso. La sua “fortuna” è stata che le travi cadendo si sono miracolosamente bloccate senza colpirla e lasciandole un intercapedine in cui poter respirare. A segnalare la sua presenza era stato l’altro studente Matteo, il primo ad essere estratto vivo dal palazzo crollato a Via Sant’Andrea.
Ma sono tantissime le storie degli studenti dell’Aquila. La prossimità alle vacanze pasquali ha fatto si che in molti non ci fossero. Nella “Casa dello Studente” in Via XX Settembre, erano solo 80 i ragazzi ospitati. Le vicende di questi ragazzi sono diventate un po’ il simbolo di questa tragedia. Ad aspettare notizie, genitori e fratelli accorsi da tutta Italia con la speranza di riabbracciare i propri cari. "Hai presente la roulette, quando punti tutto sul rosso o sul nero? - racconta Marco - Semplice, 50 e 50, rosso vince, nero perde. Io ero nella stanza rossa, sono vivo; quelli che erano nella stanza nera sono ancora là sotto. Ma si può morire così?". Anche Gianluca si è salvato, ma lui in quella casa non doveva nemmeno esserci. Un suo amico l’aveva pregato di fargli compagnia, terrorizzato dalle scosse della sera prima. E il destino beffardo ha voluto che lui da quell’inferno uscisse vivo, il suo amico invece è ancora lì sotto, probabilmente morto. Una telefonata ha salvato la vita ad un altro studente. Sua sorella, allarmata dalla scossa percepita anche a Fermo a 100 Km di distanza, lo ha chiamato al cellulare riuscendo così a farlo individuare dai soccorritori.
I giovani sono stati protagonisti anche di molti atti eroici. Tra questi un giocatore dell’Aquila Rugby, Dario Pallotta, che ha salvato la vita a due coniugi. Ai microfoni di Sky ha raccontato di essere in strada e aver sentito urlare.” La tromba delle scale era crollata e intorno era tutto un disastro. Sul momento, per la confusione, la puzza di gas che usciva dalle tubature rotte e i calcinacci - dice -, non mi sono neppure reso conto se fossero uomini o donne, ho pensato solo a portarli fuori.”. Pallotta non si è perso d’animo riuscendo a salvare prima l’uomo sepolto da pietre e tubi dell’acqua e poi la moglie, avendo poi anche la lucidità di ritornare in casa a prendere la bombola d’ossigeno che serviva alla donna per respirare. Pallotta non è stato l’unico rugbista ad aiutare. Anche il tecnico Massimo Mascioletti e alcuni dei suoi ragazzi si sono tutti attivati, in particolare per l'evacuazione dell'ospedale a cominciare dal reparto di ortopedia.
Storie di dolore si intrecciano con quelle di speranza. E' stata trovata viva, a 98 anni, dopo 30 ore sotto le macerie a Tempera. L'anziana, che è rimasta tra i calcinacci nel suo letto, è stata portata giù dai pompieri e soccorritori. Non credevano ai loro occhi: stava lavorando all’uncinetto come se niente fosse.
Col terremoto se n’è andata una parte di storia, si è sbriciolata la vita di intere famiglie tra i mattoni delle abitazioni, i pilastri della Casa dello studente e i reparti crollati del nuovissimo ospedale. All’orizzonte restano le migliaia di tende assiepate nei campi sportivi: piene di dolore e paura. Ma anche della speranza di non restare soli.
Scritto da Donato Francesca
Come i giovani studenti universitari Marta, Matteo, Francesca. Sono solo alcuni nomi dei ragazzi che hanno resistito per ore ed ore sotto le macerie prima di essere portati in salvo dai soccorritori. Marta Valente, studentessa 24enne della provincia di Teramo, è stata l’ultima in ordine di tempo ad essere salvata tra gli applausi liberatori della gente. Ha resistito oltre 23 ore bloccata da travi di cemento e calcinacci del palazzo di quattro piani che le è crollato addosso. La sua “fortuna” è stata che le travi cadendo si sono miracolosamente bloccate senza colpirla e lasciandole un intercapedine in cui poter respirare. A segnalare la sua presenza era stato l’altro studente Matteo, il primo ad essere estratto vivo dal palazzo crollato a Via Sant’Andrea.
Ma sono tantissime le storie degli studenti dell’Aquila. La prossimità alle vacanze pasquali ha fatto si che in molti non ci fossero. Nella “Casa dello Studente” in Via XX Settembre, erano solo 80 i ragazzi ospitati. Le vicende di questi ragazzi sono diventate un po’ il simbolo di questa tragedia. Ad aspettare notizie, genitori e fratelli accorsi da tutta Italia con la speranza di riabbracciare i propri cari. "Hai presente la roulette, quando punti tutto sul rosso o sul nero? - racconta Marco - Semplice, 50 e 50, rosso vince, nero perde. Io ero nella stanza rossa, sono vivo; quelli che erano nella stanza nera sono ancora là sotto. Ma si può morire così?". Anche Gianluca si è salvato, ma lui in quella casa non doveva nemmeno esserci. Un suo amico l’aveva pregato di fargli compagnia, terrorizzato dalle scosse della sera prima. E il destino beffardo ha voluto che lui da quell’inferno uscisse vivo, il suo amico invece è ancora lì sotto, probabilmente morto. Una telefonata ha salvato la vita ad un altro studente. Sua sorella, allarmata dalla scossa percepita anche a Fermo a 100 Km di distanza, lo ha chiamato al cellulare riuscendo così a farlo individuare dai soccorritori.
I giovani sono stati protagonisti anche di molti atti eroici. Tra questi un giocatore dell’Aquila Rugby, Dario Pallotta, che ha salvato la vita a due coniugi. Ai microfoni di Sky ha raccontato di essere in strada e aver sentito urlare.” La tromba delle scale era crollata e intorno era tutto un disastro. Sul momento, per la confusione, la puzza di gas che usciva dalle tubature rotte e i calcinacci - dice -, non mi sono neppure reso conto se fossero uomini o donne, ho pensato solo a portarli fuori.”. Pallotta non si è perso d’animo riuscendo a salvare prima l’uomo sepolto da pietre e tubi dell’acqua e poi la moglie, avendo poi anche la lucidità di ritornare in casa a prendere la bombola d’ossigeno che serviva alla donna per respirare. Pallotta non è stato l’unico rugbista ad aiutare. Anche il tecnico Massimo Mascioletti e alcuni dei suoi ragazzi si sono tutti attivati, in particolare per l'evacuazione dell'ospedale a cominciare dal reparto di ortopedia.
Storie di dolore si intrecciano con quelle di speranza. E' stata trovata viva, a 98 anni, dopo 30 ore sotto le macerie a Tempera. L'anziana, che è rimasta tra i calcinacci nel suo letto, è stata portata giù dai pompieri e soccorritori. Non credevano ai loro occhi: stava lavorando all’uncinetto come se niente fosse.
Col terremoto se n’è andata una parte di storia, si è sbriciolata la vita di intere famiglie tra i mattoni delle abitazioni, i pilastri della Casa dello studente e i reparti crollati del nuovissimo ospedale. All’orizzonte restano le migliaia di tende assiepate nei campi sportivi: piene di dolore e paura. Ma anche della speranza di non restare soli.
Scritto da Donato Francesca
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